Individuati i nuraghi Chessedu e Asturedu grazie all'iniziativa di "ArcheoUri Vagando" , in partnership con "Garmin". Impiegata un' apparecchiatura militare. Sul fondo ci sarebbero decine di strutture nuragiche.
In barca sul lago a "pesca" di nuraghi sommersi e nascosti dall'acqua. Qualcuno li aveva visti quarantuno anni fa, poi di nuovo spariti, quasi dimenticati. Ora, grazie ai passi da gigante della tecnologia, si prendono la loro brava rivincita: i nuraghi Chessedu e Asturedu, adagiati sul fondo del lago di Cuga alle porte di Uri (Sassari), riemergono grazie a un ecoscandaglio che restituisce in superficie immagini quasi tridimensionali grazie all'uso contemporaneo di onde ad altissima frequenza.
Decisiva un'apparecchiatura elettronica già usata dalla Marina Militare per cercare relitti sui fondali. Macchinario in grado di restituire immagini in maniera definita e dettagliata. Il resto l'hanno fatto le autorizzazioni e le collaborazioni. Ad esempio quelle dell'Enas che gestisce l'invaso e la Soprintendenza per i beni archeologici. Sotto quel lago c'è un tesoro: decine di nuraghi. Ma quelli più preziosi sono quelli che, anche nei periodi di maggiore siccità, non si vedevano proprio più: il Chessedu e l'Asturedu.